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Edizione del 22/08/2020
Estratto da pag. 1
Da «Il discorso di Draghi mi è piaciuto molto», di Nicola Zingaretti, a «Draghi mi ha fatto un'ottima impressione», di Luigi Di Maio!!! Almeno Paolo Gentiloni con due verbi ha espresso un concetto politico: «Va ascoltato». La miseria delle reazioni della politica italiana allo j'accuse di Mario Draghi al Meeting di Rimini può mettere paura per quello che il Paese ha davanti. Il discorso dell'ex presidente della Bce ha assunto le dimensioni di uno j'accuse giusto per la pochezza della politica italiana perché, come avrebbe potuto dire lo stesso Draghi, non era previsto o prevedibile che parlasse di «debito cattivo, cioè improduttivo» e che questo invece dovrebbe essere «buono, per evitare di caricare i giovani di un'insostenibile eredità, una delle forme più gravi di disuguaglianze»? Bastava leggersi il suo precedente intervento sul Financial Times per prevederlo. Draghi in quel lungo testo aveva spinto i governi e in particolare quello italiano a fare debito, immediatamente, e a usarlo per le attività produttive, per il rilancio dell'economia subito, non dopo l'erogazione dei sussidi. Draghi non è così cinico da non ritenere che i sussidi dovessero essere erogati, ma certo in misura inferiore e soprattutto contemporaneamente a provvedimenti immediatamente attuabili per la ripartenza dell'economia.Quando, prima di Pasqua, fu emanato il dpcm di quasi mille pagine per i sussidi, rinviando di 60 giorni i provvedimenti di sostegno al rilancio dell'economia, Draghi osservò: Perché, non era previsto? E rispetto alla richiesta di un'idea per la semplificazione, rispose a chi glielo chiedeva: Grazie della fiducia, ma non ho nessuna idea per cambiare la testa degli avvocati italiani.Quindi, per chi lo conosce, Rimini è stata la conferma del suo pensiero. E l'enfasi sui giovani, a parte la sua coerenza di pensiero, fa anche parte della tradizione del Meeting, dove è tornato volentieri, per il mix tipico dell'evento fra spiritualità e opere, sintetizzato nella Compagnia delle opere che lo organizza.Il legame di Draghi con la spiritualità religiosa lo spiega benissimo il libro di Marco Cecchini, Fazi editore, dal titolo L'enigma Draghi, con prefazione di Giuliano Amato.Cecchini, a lungo inviato del Corriere della Sera, nella prima parte del libro racconta in dettaglio il periodo di Draghi al liceo Massimo dei padri gesuiti a Roma. È lì che si è formata la visione di Draghi. Quindi, chi si è meravigliato che andasse per la seconda volta al Meeting di Comunione e liberazione non ha tenuto conto della visione aperta al mondo che è l'imprinting dei suoi studi liceali, proseguita all'Università con il suo maestro Federico Caffè.Nella interpretazione sia di Cecchini che di Amato, enigma si riferisce al futuro di Draghi che alcuni tirano per la giacchetta e altri lo respingono con timore. E le parole di Amato chiariscono: «...Cecchini si chiede che cosa farà Draghi in futuro e la domanda è in primo luogo calibrata sulle aspettative che hanno preso corpo in Italia (che sono ovviamente rilanciate dalla presenza a Rimini) riguardo alla sua disponibilità a incarichi pubblici nel Paese. L'autore sa che Draghi, sempre rispettoso verso la politica e ben capace di negoziare con i suoi esponenti, vede in essa tratti essenziali troppo diversi dai suoi per pensare di farne parte. Va detto, tuttavia, che ora, nell'Italia prostrata dal Covid-19, sarebbe difficile per chiunque lasciare inascoltato un appello dell'Italia ai suoi figli migliori, affinché facciano, in qualunque ruolo, ciò che è utile e possibile. Nelle ultime parole del libro la questione resta giustamente aperta...».E la conclusione è questa: «... A Draghi le sfide piacciono, le novità lo caricano. Il senso della responsabilità verso il suo Paese non gli manca. Ma, chissà, anche il banchiere del «Tutto ciò che è necessario» (la frase whatever it takes, pronunciata il 26 luglio del 2012 a Londra, che anticipava l'acquisto senza limiti di titoli da parte della Bce) si interroga sull'enormità della sfida. Certamente il suo nome sarebbe difficile da mettere in discussione. L'opinione p
ubblica penserebbe che così come ha salvato l'euro, potrebbe salvare l'Italia nella guerra contro il virus. La reputazione dell'uomo, le sue relazioni e le sue doti diplomatiche contribuirebbero indubbiamente a irrobustire la capacità negoziale del Paese e a risollevarne l'immagine internazionale. Ma tutto ciò basterà a sciogliere ogni dubbio?».Nell'ultima conferenza stampa da presidente della Bce, alla domanda su cosa pensasse di fare da grande, Draghi rispose in maniera fulminante com'è consueto fare: «Chiedete a mia moglie».La moglie per ora non ha risposto.Scherzi a parte, non si può non ripetere la sua risposta già citata, quando gli è stata chiesta un'idea per la semplificazione dell'Italia: Ringrazio per la stima, ma non ho nessuna idea per cambiare la testa degli avvocati italiani, dove «avvocati italiani» può essere appunto interpretata come una risposta fulminea e penetrante di Draghi, ma anche come una fulgente, e vera, analisi dei mali del Paese: senza offesa per gli avvocati d'Italia, qui vuol dire una Paese bloccato dalle norme. Il numero di 165 mila leggi fra regionali e nazionali contro una media di 4 mila di Germania, Francia e Inghilterra, dice da solo perché Draghi è scettico. E perché ha ragione. Neppure il Covid-19 ha tolto il vizio, anzi lo ha aggravato. Chiunque abbia letto informazione seria in questi mesi, ha capito che la semplificazione non è di questo Paese e che la rete delle norme avviluppa, blocca, complica la vita di ogni italiano quindi anche di chi governa. Ma proprio perché a capo del governo c'è un avvocato, si poteva sperare che prendesse l'accetta, invece delle dirette su Facebook, e tagliasse almeno le nuove leggi. Invece ce n'è una che avrebbe la forza di smuovere l'economia e man mano che vengono emanati i decreti attuativi diventa una selva piena di serpenti, di trappole sul terreno, di liane che ti prendano al collo.Mi riferisco alla legge sul Superbonus 110% per le ristrutturazioni dei fabbricati sia per l'antisismico che per l'ecologico. Esisteva già una norma per il Bonus 85% per chi voleva mettere in sicurezza i fabbricati e renderli ecocompatibili con il risparmio energetico, attraverso la costruzione del cosiddetto cappotto fatto da pannelli che riducono il consumo di energia. Bene, su legittima insistenza dell'Ance, l'associazione dei costruttori edili, attraverso il suo dinamico presidente Gabriele Buia, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Riccardo Fraccaro, ha raccolto l'appello. Il governo ha capito che il settore che ha la capacità di mettere in molto almeno altri sette settori industriali è da sempre l'edilizia. Proprio con questa consapevolezza il sottosegretario Fraccaro ha svolto un'azione di sensibilizzazione per arrivare al varo di una legge che portasse, com'è avvenuto, a pagare un bonus non più di un massimo dell'85% ma appunto Superbonus pari al 110% del costo. Ma soprattutto è stato esteso il sistema del pagamento del bonus attraverso la tecnica del credito d'imposta cedibile non più soltanto a consorzi come già esistevano promossi da Eni, Enel e altre entità ma anche a banche e allo stesso costruttore. In altre parole, con la possibilità per chi decide di fare i lavori di non dover sborsare il costo. I costruttori e le banche hanno dato pronta risposta. Intesa Sanpaolo, Unicredit, ma anche banche del territorio come, per esempio, la Banca agricola popolare di Ragusa, hanno già deliberato la disponibilità ad acquistare il bonus fiscale, potendo anche finanziare lo stato di avanzamento dei lavori.Una legge, quindi, finalmente capace di smuovere l'economia italiana anche in permanenza del Covid-19, ma da quando è stata approvata la legge non è passato giorno che non sia stato emesso un decreto attuativo, una circolare, del ministero dell'Economia, dell'Agenzia delle entrate, dell'Enea, l'ex ente per l'energia atomica e ora anche per l'efficienza energetica; più regole che prevedono anche il penale per i professionisti che dovranno asseverare i progetti e fare le rendicontazioni. Il solito vizio italico, di avere in primo luogo il sospetto per il
cittadino, invece di seguire lo schema degli altri Paesi, a cominciare dagli Usa dove il cittadino è onesto e gli si dà fiducia fino a prova contraria.Valga per tutti il caso con cui la pur bizzarra amministrazione Trump, che evidentemente non ha potuto cambiare la logica del rapporto con i cittadini, ha pagato alle piccole e medie aziende quattro mesi di stipendi per i dipendenti. Le aziende hanno ricevuto un questionario compilabile in sette minuti dichiarati nello stesso questionario, con questo semplice schema di domande e la dizione: se rispondi positivamente alle prime, l'azienda ha diritto, se rispondi positivamente ma falsificando i tuoi dati, sappi che dopo i controlli postumi potrai essere condannato fino a cinque anni di carcere. E se hai risposto correttamente e a fine anno avrai sempre i dipendenti per i quali hai chiesto il contributo, lo stesso da prestito diventa elargizione a fondo perduto. Entro 20 giorni tutte le aziende hanno ricevuto il contributo, tra le altre Global Finance media, l'azienda americana di Class Editori che pubblica il sistema Global Finance con mercato il mondo.Per il Superbonus, che certamente è un'operazione più complessa, ci sono già numerosi moduli da compilare, ma soprattutto è l'interpretazione delle varie norme che è difficile e quindi rischiosa per come le norme sono scritte. Non passa giorno che ItaliaOggi e altri giornali non pubblichino articoli esplicativi, che dopo l'uscita di altri circolari a getto continuo devono naturalmente essere revisionati. Quando finirà l'emissione di pagine e pagine di norme? Anche perché vive questo paradosso: la legge è in vigore da metà luglio e ha come scadenza il 31 dicembre del 2021. Non si capisce come un cittadino, un condominio, un'azienda avrebbero potuto operare seguendo la legge da quando è entrata in vigore. Nessuno sa quando il flusso di norme interpretative e aggiuntive, sia pure a livello di circolare, si arresterà.Quindi chi vorrebbe passare subito all'azione non può farlo senza il rischio di sbagliare e di non avere il Superbonus addirittura con sanzione.Per questo, molti si stanno orientando a inviare quesiti ai vari enti coinvolti e principalmente all'Agenzia delle entrate, la quale presto sarà subissata di domande e fino a quando non risponderà al quesito nessuno si potrà muovere senza rischio.ItaliaOggi ha già pubblicato una guida, ma precisando che è intermedia e che se è utilissima per capire i punti fondamentali di chi e come può operare, dall'altra richiede una nuova edizione che riesca a tener conto di tutti i balzelli che la continua produzione di norme e sotto norme riesce a creare. Ma almeno, le agenzie preposte non potrebbero comunicare quando la normativa sarà definitivamente consolidata? Il problema è che non lo sanno neppure le agenzie, perché ogni circolare di ciascuna genera reazioni a catena delle altre. Un game senza fine.Ecco perché Draghi dice di non avere nessuna idea per cambiare la testa degli avvocati italiani. E così il Paese non si risolleverà mai e Draghi fa bene a tenersi fuori da questo gioco perverso. La ciliegina sulla torta: dopo 30 anni che per la congiunzione della Sicilia all'Italia era stato abbandonato il progetto del tunnel sotto lo stretto e il progetto del ponte è arrivato a essere esecutivo, che idea viene a Palazzo Chigi? Di ritornare indietro di 30 anni.Ma nun se po' campa' accussì, direbbe Eduardo De Filippo.P.S. C'è un motivo fondamentale perché, una volta presentate le offerte al London stock exchange, Borsa italiana e Mts non dovrebbero sfuggire alla cordata composta da Cdp e banche italiane ed Euronext in concorrenza con Deutsche Boerse. Si tratta, infatti e inevitabilmente, di un'asta asimmetrica. Infatti Borsa italiana è sotto il controllo di Consob, la quale ha ottenuto poteri speciali proprio per questa operazione. Ma a parte ciò, nessuna istituzione può permettersi di sfidare il controllore. Anche la Hambros bank inglese molti anni fa abbandonò Michele Sindona quando la Banca d'Italia mostrò di essere contraria alle operazioni dell'avvocato di Patti. (riproduzione riserv
ata)Paolo Panerai