ILSUSSIDIARIO.NET
Dir. Resp.
Tiratura: n.d. - Diffusione: n.d. - Lettori: 25711
Edizione del 22/08/2020
Estratto da pag. 1
SCENARIO/ Fanizza (Fmi): le regole Ue cambieranno, sulla Grecia commessi errori
La crisi economica generata dalla pandemia da Covid-19 colpirà duramenteovunque. Il Fondo monetario internazionale nell’ultimo aggiornamento del Worldeconomic outlook di giugno ha rivisto al ribasso le stime sul Pil globale,portandole al -4,9% per il 2020, con un rimbalzo del 5,4% l’anno prossimo. Perl’Italia il Fondo prevede una discesa quest’anno del 12,8% e una risalita del6,3% nel 2021. Per Domenico Fanizza, Direttore esecutivo per Italia,Portogallo, Grecia, Malta, Albania e San Marino presso il Fmi, questa crisirappresenta «un’opportunità per cambiare le cose e dobbiamo assolutamentecoglierla».In questo senso il titolo dell’incontro cui prende parte oggi al Meeting diRimini “Sviluppo, sostenibilità e sussidiarietà: rendere possibile un futurodiverso” è certamente calzante. Come si fa a rendere possibile un futurodiverso?La mia impressione è che, come dicevo poco fa, questa crisi, per quanto abbiagià avuto degli effetti drammatici, offra delle opportunità incredibili ditrasformazione profonda dell’economia internazionale che vanno colte. Non soloper rendere la crescita più robusta nel medio periodo, ma anche più sostenibiledal punto di vista ambientale e sociale.Come giudica la risposta finora fornita alla crisi?In tutto il mondo c’è stata una contrazione dell’attività economica senzaprecedenti, alla quale i Paesi hanno già risposto adottando rapidamentepolitiche monetarie e fiscali finalizzate, giustamente, a fornire sussidi allepersone e alle imprese più in difficoltà, cercando di mantenere intatto ilsistema di relazioni e connessioni alla base dell’economia di mercato. Questo èstato possibile perché, almeno nella stragrande maggioranza dei Paesi avanzati,e in alcuni emergenti, i vincoli di bilancio sono stati allentati grazie apolitiche monetarie “non convenzionali” che hanno finanziato livelli di deficite debito pubblico altissimi senza creare pressioni sull’inflazione. Questasituazione non può però durare a lungo. Dunque occorre utilizzare questerisorse per creare opportunità di crescita e trasformazione. Questo va fattoavendo in mente un piano su dove andare nel futuro.Concretamente come si possono usare al meglio le risorse disponibili?Occorre anzitutto favorire la trasformazione tecnologica dell’economiainternazionale. In particolare ciò si concretizza nel principio protect theworkers, not the jobs. Se pensiamo infatti di risolvere i problemi socialifrenando la necessaria trasformazione strutturale dell’economia non andremo danessuna parte. In Italia, come nel resto del mondo. Bisogna quindi evitare diproteggere delle industrie particolari e aiutare invece i lavoratori ariqualificarsi e a essere protagonisti di nuove attività. Un altro passaggioimportante è quello relativo alla produzione di energia rinnovabile.Può spiegarci in che direzione ci si dovrebbe muovere su questo terreno?Occorre rivedere radicalmente i sistemi di incentivi alla produzione di energiache ancora premiano quella ad alta emissione di CO2. Nel nostro Paese questo èun tema importantissimo, perché ci sono studi che dimostrano che su 44 miliardidi sussidi annuali complessivi, ben 20 sono “dannosi”, cioè si muovono nelladirezione opposta a quella che sarebbe desiderabile. È necessario quindi unrapido riordino del sistema degli incentivi e l’introduzione di imposte sullaproduzione di energia non rinnovabile. Inoltre, alcuni studi internazionalimostrano che nel nostro Paese l’emissione di CO2 non è tassata a sufficienza.Prima ha ricordato l’importanza della politica monetaria per fronteggiare lacrisi, ma c’è stata anche quella fiscale resa possibile, in Europa, dallasospensione del Patto di stabilità e crescita. Mario Draghi al Meeting diRimini ha detto che “è probabile che le nostre regole europee non venganoriattivate per molto tempo e certamente non lo saranno nella loro formaattuale”. Secondo lei, sarà necessario un ripensamento di queste regole?Sarà necessario ridiscuterle, non si può pensare che non possano cambiare.Anzi, dovranno cambiare per riadattarsi a una situazione in cui i livelli didebito pubblico saranno più alti. Quest
o non deve però farci dimenticare unacosa.Quale?Che il problema del debito non sparirà. Al momento non appare rilevante perchéi tassi di interesse sono contenuti e le Banche centrali stanno acquistandomolti titoli delle nuove emissioni di debito pubblico. Non c’è niente di malein questo, ma non si può pensare che tale situazione duri per sempre. Inqualche maniera se ne dovrà uscire. Per cui anche se le regole europeecambieranno, resterà il problema del debito da risolvere.Come lo si potrà affrontare senza rimanerne schiacciati?Solamente con una crescita economica vigorosa. Per questo è importante latrasformazione delle economie di cui parlavo prima. La disciplina di bilancio èfondamentale, ma non è sufficiente. Può avere successo solo se la crescitaeconomica diviene appunto più vigorosa. Occorre quindi utilizzare le risorse adisposizione in questo momento per investimenti che facilitino la transizionestrutturale dell’economia.A proposito della necessità di una crescita economica vigorosa, le previsionidello stesso Fondo monetario internazionale per l’Italia non sonoincoraggianti. Cosa pesa di più sull’economia del nostro Paese?Già prima dello scoppio della pandemia l’Italia scontava livelli di crescitainferiori rispetto agli altri principali Paesi a causa di nodi strutturali notida tempo: carenza di investimenti, un sistema fiscale che necessita di essereriformato per essere più favorevole all’attività economica e più equo, lascarsa propensione all’innovazione tecnologica, la lentezza della giustizia,ecc., tutte cose che ostacolano l’attività economica privata, che può essere ilsolo motore durevole della crescita. Un altro fattore che incide negativamenteè la carenza di investimenti in infrastrutture, dovuta principalmente al fattoche negli ultimi anni il debito pubblico assorbiva troppe risorse per il suoservizio, occorrevano perciò dei tagli alla spesa e si è scelto di operarlianche sugli investimenti. Questo processo va invertito e bisogna anche averchiaro che non c’è solo un problema di risorse finanziarie, ma anche dicapacità di spesa della Pubblica amministrazione e di procedure troppofarraginose, che non permettono l’attuazione di investimenti pur finanziati.Prima della pandemia, l’Italia era l’unico dei grandi Paesi europei a nonessere tornato ancora ai livelli pre-crisi 2008. Ora rischia un altro “decennioperduto” se non si interviene su questi fattori?C’è questo rischio, ma sono di natura ottimista e fiducioso che l’Italia abbiacapacità imprenditoriali notevoli e una forte resilienza. La performanceeconomica del Paese, in termini di crescita, negli ultimi 15 anni è statadeludente, adesso abbiamo l’opportunità di cambiare le cose e dobbiamoassolutamente coglierla per liberare tutte le capacità imprenditoriali, chesono importantissime, del settore privato per una ricostruzione del Paese. Unaricostruzione economica, sociale e, mi lasci aggiungere, etica. Credo chequesto sia fondamentale e ritengo che il Meeting di Rimini rappresenti unimportante segnale di vitalità di quella che si chiama società civile, chedovrà necessariamente giocare un ruolo importante nella ricostruzione delPaese. Senza di essa non si va avanti. Sono convinto che le politicheeconomiche siano importantissime, ma la trasformazione è fatta dalle persone edal settore privato. La politica deve eliminare gli ostacoli al settoreprivato, che può avere un compito importante anche sul piano dell’etica e dellasussidiarietà.Il Next Generation EU potrà aiutare l’Italia a rimuovere gli ostacoli chefrenano la crescita della sua economia?Spero proprio di sì. Rappresenta un’opportunità per accelerare latrasformazione del Paese di cui parlavo prima. La pandemia è stata uno shockche ha colpito tutti alla stessa maniera, uno shock quasi perfettamentesincronizzato che rende necessario ripensare alle catene del valore, chedovranno avere un carattere più regionale e resiliente, e che rende evidenteche non si può usare come solo motore dello sviluppo economico la domandaestera, com’è avvenuto per molti anni, ma che occorre puntare anche su quellainterna. L’altra tr
asformazione che ha subito un’accelerazione con la pandemiaè quella relativa alla digitalizzazione, che ora bisognerà assecondare, peresempio con un’infrastruttura fondamentale come la banda larga.Negli ultimi anni è iniziato un dibattito sulle politiche del Fondo monetariointernazionale e la loro efficacia, soprattutto in Europa avendo presente quanto accaduto in Grecia. C’è stato un cambiamento in tali politiche delFondo?Lo stesso Fondo ha capito e ammesso che nel caso della Grecia sono stati fattidegli errori. Quello più importante è che sono state raccomandate politiche diforte aggiustamento fiscale in un momento di caduta dell’attività produttiva,pensando che avrebbero avuto un effetto positivo sulla fiducia degliinvestitori e quindi sulla crescita. Invece sono state politiche pro-ciclicheche hanno reso più difficile uscire dalla crisi nello scorso decennio. Forse unaggiustamento fiscale più dolce, spalmato in maniera diversa nel tempo, sarebbestato più adeguato. Mi lasci però sottolineare una cosa.Prego.È un’idea un po’ forte pensare che queste politiche siano state inefficaci,perché alla fine la Grecia è ritornata sui mercati finanziari e anchel’economia reale è ripartita in maniera importante. Prima dello scoppio dellapandemia mi sono recato in Grecia e ho potuto vedere un’economia che davachiari segni di vitalità. Se dieci anni fa le politiche monetarie e fiscalisono state aggiustate in senso restrittivo troppo presto all’indomani dellacrisi finanziaria, oggi la raccomandazione del Fondo monetario internazionaleai Paesi che possono finanziare i deficit con creazione monetaria è stataquella di farlo. C’è però da dire che non tutti i Paesi hanno questapossibilità, in particolare quelli sia emergenti che a basso livello direddito, in quanto le loro prospettive inflazionistiche non gli consentono distampare moneta.In questo caso il Fondo monetario internazionale è intervenuto in lorosoccorso?Sì. Sono state adottate misure importanti fornendo aiuti finanziari diemergenza con procedure accelerate e condizionalità molto limitate a 75 Paesi.Tutto questo però deve richiamare l’attenzione su un’ineguaglianza che rischiadi passare inosservata. I Paesi avanzati, infatti, possono spendere quantovogliono per far fronte alla crisi e speriamo lo facciano bene, non guardandosolo al presente, ma pensando al futuro. Tuttavia, ci sono tanti Paesi in cuiquesto non è possibile e che hanno visto il proprio debito aumentare in manieraimportante, senza poter usare la politica monetaria per soddisfare i fabbisognidi bilancio pubblico a causa di fragilità macroeconomiche pre-esistenti. Ildebito diventerà un grande tema di discussione su cui bisognerà confrontarsi,assicurandosi che non diventi un freno alla crescita di quelle nazioni, peresempio africane, nelle quali sono stati compiuti notevoli passi in avantinella riduzione della povertà. Sarebbe drammatico se la crisi frenasse oaddirittura invertisse questo trend.(Lorenzo Torrisi)© RIPRODUZIONE RISERVATA